Prevenire è meglio che curare. La parola cancro deriva dalla parola greca karkinos granchio, tenaglia, forcipe e ultimamente questa patologia sembra effettivamente attanagliarci con le sue chele e trascinarci nelle tenebre. Il cancro è una patologia multifattoriale, molto complessa e quindi altrettanto difficile da curare. E’ chiaro che è bene per tutti tenere conto di tutte le possibilità di prevenzione e di cura. La tipologia e la diffusione dei tumori cambia in base al sesso. Molteplici sono gli agenti cancerogeni con cui entriamo in contatto quotidianamente. Questi fattori benché vari e numerosi agiscono tutti nello stesso modo: provocano una mutazione nel DNA delle nostre cellule. La mutazione da origine a un processo che permette alla cellula cancerosa di proliferare senza più controllo. I fattori endocrino-riproduttivi e genetici sono responsabili in una piccola percentuale dei casi di tumori, mentre il restante dei casi è conseguenza di fattori ambientali. La causa ambientale è stata evidenziata osservando che l’incidenza nella popolazione delle diverse neoplasie varia ampiamente a seconda delle aree geografiche. Si è visto, inoltre, che il rischio più consistente deriva dalle abitudini nutrizionali. Una dieta equilibrata e corretta è in grado di ridurre il rischio di sviluppare un tumore. Un dato per niente irrilevante e soprattutto un fattore di rischio modificabile. I meccanismi con cui gli alimenti favoriscono lo sviluppo di un tumore sono complessi, ma in maniera semplificata possiamo distinguere fattori alimentari negativi che favoriscono lo sviluppo tumorale e fattori positivi che ci proteggono. Vediamo insieme l’influenza del cibo sui tumori più diffusi:
CANCRO POLMONE: fumo, carenza di frutta e verdura ricchi di beta-carotene.
CANCRO ESOFAGEO: obesità, alcol, consumo bevande bollenti, deficit di frutta e verdura, nitrosamine (sono dei potenti cancerogeni che si trovano in molti cibi conservati, insaccati e carne in scatola, o si formano nello stomaco per reazione chimica tra i nitrati e gli aminoacidi).
CANCRO GASTRICO: cibi salati e affumicati, deficit di frutta e verdura.
CANCRO PANCREAS: diete ad alto contenuto di alcol e grassi e carenza di frutta.
CANCRO FEGATO: alcol e cibi contaminati (aflatossina prodotta da alcuni funghi).
CANCRO COLECISTI: obesità.
CANCRO COLON RETTO: è la più frequente neoplasia del tratto gastroenterico. Recentemente un tumore al colon ha portato via la mia cara amica. Non le ha lasciato scampo, anche se lei lo ha fieramente combattuto dall’inizio, senza lamentarsi, affidandosi ai medici e ragionando insieme ma lasciando comunque a loro la scelta finale su quello che era più giusto fare. E non ho potuto far niente per aiutarla. Ma posso continuare a far sapere che quello che mangiamo ogni giorno è fondamentale per prevenire e combattere malattie mortali. Alimenti protettivi sono: i cereali, legumi, verdure (cavoli, broccoli, pomodori), frutta (mirtilli, mela, agrumi), aceto di mele, aglio, kiwi, menta, origano, salvia, olio extravergine d’oliva, peperoncino, semi di girasole e zucca, tè verde. Alimenti dannosi sono: i grassi animali e l’alcol se consumati in eccesso. La chirurgia assicura alte percentuali di guarigione se il tumore è diagnosticato precocemente, ma troppo spesso si giunge alla diagnosi tardivamente. Importantissimo è quindi lo screening iniziale per la diagnosi precoce del tumore colon-rettale.Tutti noi dopo i 50 anni dovremmo effettuare la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni anno + colonscopia se la ricerca del sangue occulto nelle feci è positiva. Paziente con familiarità per adenoma o Ca colon-rettale, asintomatico stesso screening ma con inizio a 40 anni.
CANCRO AL SENO: Il numero di casi di carcinoma mammario è aumentato in maniera significativa a partire dagli anni ‘70, con i cambiamenti dello stile di vita nel mondo occidentale. Per fortuna, nonostante si osservi una tendenza in aumento dell’incidenza, la mortalità è in diminuzione, probabilmente per una maggiore frequenza di diagnosi precoci con gli screening mammografici. La maggior parte dei carcinomi della mammella si sviluppa nelle donne di età superiore a 50 anni. Una piccola percentuale dei carcinomi della mammella è rappresentato da tumori ereditari. In questi casi il rischio aumentato di sviluppare un tumore per una predisposizione di tipo ereditario è legato alla presenza di particolari geni presenti nelle cellule. Se si ereditano questi geni difettosi, si ha un rischio elevato di sviluppare il cancro della mammella in giovane età e una maggiore predisposizione ad ammalarsi anche di carcinoma dell’ovaio. La prima opzione per ridurre il rischio di malattia è cambiare stile di vita, mangiando in maniera diversa. Infatti non tutte le donne che hanno una mutazione genetica sviluppano il tumore e allora è stato ipotizzata una capacità dello stile di vita e della dieta di influenzare la cosiddetta “penetranza del gene”, cioè la capacità del gene di provocare la malattia. In alcune famiglie si riscontra la presenza di più donne con carcinoma mammario, anche in questi casi lo stile di vita e il modo di mangiare comune ai gruppi familiari potrebbe essere implicato nel favorire lo sviluppo del tumore. Importante per la prevenzione e per la guarigione è modificare lo stile nutrizionale per riuscire a riequilibrare il proprio quadro ormonale (maggiore è il livello degli estrogeni maggiore è il rischio di ammalarsi di tumore della mammella). Alimenti protettivi sono: frutta e verdura, ricchi di licopene e vitamine. La vitamina A (presente in forma di provitamina in carote, pomodori, peperoni, zucca, spinaci, erbette, bietole, cicoria, broccoli, indivia, lattuga, radicchio verde, albicocche, pesche, meloni, cachi, papaia) interviene nella regolazione della moltiplicazione cellulare. Gli stessi risultati non si raggiungono con l’introduzione della vitamina come supplemento in pillole. Nelle donne in pre-menopausa un consumo giornaliero elevato di fibra (> 30 g) è in grado di ridurre la probabilità di sviluppare il tumore, rispetto a consumi inferiori. Le fibre favoriscono la concentrazione della vitamina A, riducono sia il riassorbimento intestinale degli estrogeni e sia la conversione del testosterone in diidrotestosterone. Gli estrogeni vegetali (fitoestrogeni: isoflanoidi, flavonoide e i lignani) contenuti nella soia e nei legumi possono contrastare la produzione di ormoni che favoriscono la nascita e la crescita del tumore. I lignani si trovano anche nei cereali, nel grano, nella frutta, nei vegetali e, soprattutto, nei semi di lino: sembrano ridurre la proliferazione cellulare, aumentare l’aptosi (morte cellulare programmata) e ridurre l’espressione di HER2. Gli isoflanoidi presenti nella soia (tofu, tamari e latte di soia), nei legumi, riso, pomodori, frutta, vino e tè proteggono dai radicali liberi, rallentano e prevengono la crescita tumorale riducendo l’angiogenesi, ma attenzione alla cottura che parzialmente li distrugge. Gli isoflanoidi della soia possiedono anche una debole attività estrogenica di tipo protettiva. Importanti sono anche i cibi con capacità antiossidante come il selenio, la vitamina E, i polifenoli. L’olio extravergine d’oliva sembra modulare inibendola l’espressione del recettore HER2 che favorisce il processo di cancerogenesi, coadiuvando in questo modo l’azione del farmaco diretto contro l’ormone. Bassi livelli di vitamina D (attività antiproliferativa) sono associati con l’insorgenza e lo sviluppo di metastasi. Alimenti dannosi sono: la carne, gli zuccheri semplici, i latticini e l’alcol che determinano alti livelli sierici d’insulina e IGF, che cooperano con gli estrogeni nello stimolare la proliferazione delle cellule mammarie
CANCRO ALLE OVAIE: E’ un tumore preoccupante per tutte le donne. Non tanto per la sua incidenza che non è elevata, ma perché quando viene individuato di solito è troppo tardi per intervenire. Una diagnosi precoce è fondamentale ma non abbiamo ancora per questo tumore screening di massa. Ci sono tre forme principali: cancro ovarico, cancro ovarico associato al cancro del seno e cancro ovarico associato al cancro del colon. Queste associazioni fanno pensare a meccanismi simili di azione degli agenti tumorali e preventivi. Frutta e verdura ricchi di beta-carotene, avrebbero un ruolo protettivi per l’azione antiossidante nei confronti del DNA danneggiato dai radicali dell’ossigeno.
CANCRO DELL’UTERO: I tumori dell’utero più frequenti sono quelli della cervice e dell’endometrio. Per quanto riguarda il tumore dell’endometrio l’età avanzata, il diabete, i disturbi epatici, l’obesità e l’infertilità sono fattori predisponenti. Il cancro della cervice uterina è essenzialmente una malattia trasmessa sessualmente. Il rischio inversamente correlato all’età del primo rapporto sessuale e direttamente correlato al numero di partner sessuali avuti nel corso della vita. L’infezione di alcuni tipi di papillomavirus umano (HPV) e lo sviluppo di una neoplasia cervicale sono fortemente associati. Fattore protettivo: uso di frutta e verdura ricche di beta carotene.
CANCRO ALLA PROSTATA: Fattori di rischio non modificabili: l’età (dopo i 50 anni sia l’incidenza di carcinoma prostatico, sia la mortalità aumentano in maniera esponenziale), la storia familiare (l’incidenza nei congiunti di pazienti che ne sono affetti aumenta di almeno quattro volte), la razza (l’incidenza e la mortalità della neoplasia prostatica sono decisamente più elevate nei paesi occidentali rispetto a quelli orientali e ad alcune aree del Mediterraneo). Fattore di rischio modificabile: lo stile nutrizionale. Gli studi epidemiologici di confronto tra varie popolazioni hanno dimostrato una stretta correlazione tra elevate quantità di grassi animali, latticini e proteine nella dieta e insorgenza e progressione del tumore. Il tumore prostatico è infatti ormono-dipendente (gli androgeni esercitano il loro danno tramite uno stress ossidativi) e un regime alimentare ad elevato contenuto di grassi può essere associato con livelli cronicamente elevati di androgeni e squilibri degli steroidi sessuali. La dieta occidentale è caratterizzata da un elevato contenuto di grassi e proteine e da un ridotto apporto di fibre e vitamine, mentre è particolarmente consigliata una dieta ricca di fibre vegetali, vit. A, C, D3, E, carotenoidi, polifenoli, zinco e selenio.
DECALOGO NUTRIZIONALE PER METTERE IN PRATICA UNO STILE DI VITA CHE CONTRASTI L’INSORGENZA E PROMUOVA LA GUARIGIONE DEI TUMORI
A fronte di tanti studi che indicano la dieta come un importante fattore di rischio tumorale e nel dubbio che magari stavolta quello che dicono sia vero, non resta che applicare semplici variazioni dello stile di vita formulando il proprio personale programma nutrizionale per ridurre il rischio individuale di ammalarsi di tumore.
1) Ridurre le calorie quotidiane. Riducendo la quantità di cibo ingerito s’introducono meno sostanze cancerogene. La dieta ipocalorica determina una ridotta produzione di radicali liberi dannosi per le cellule e una ridotta produzione di fattori di crescita .
2) Ridurre la carne rossa e i latticini. E’ evidente la relazione tra i principali tumori del mondo occidentale e il consumo eccessivo di carni rosse (in particolare quelle conservate e insaccati-salumi, wurstel, hamburger che sono ricche di cancerogeni come le nitrosamine). Il rischio potrebbe dipendere sia dalla formazione di sostanze cancerogene come le ammine eterocicliche (si formano con le alte temperature) sia dal fatto che i grassi presenti nella carne riducono l’assorbimento della vitamina A che assieme alle vitamine C e D, hanno un ruolo protettivo. Riducendo la carne inoltre si diminuiscono anche i precursori di prostaglandine proinfiammatorie come l’acido arachidonico. Il ruolo del latte e dei formaggi non è ancora completamente chiarito ma sicuramente esiste un’associazione con il tumore dell’intestino e c’è il forte sospetto con il tumore dell’ovaio e della prostata. Inoltre la dieta ricca di proteine animali, soprattutto quelle del latte, è associata ad alti livelli plasmatici di IGF.
3) Aumentare il consumo quotidiano di sostanze protettive che stabilizzano e proteggono il DNA dai radicali liberi e attivano enzimi che favoriscono l’eliminazione delle sostanze tossiche come i glucosinoli delle crocifere. Fanno parte delle crocifere così chiamate dalle foglie disposte a croce: cavoli, broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavolfiore, rape e crescione. Sostanze protettive antiossidanti sono le vitamine A, C, D3 ed E, amido, il selenio, zinco, le fibre, gli steroli di origine vegetale e altri fitoestrogeni contenuti soprattutto nella frutta, verdura, legumi. Non vi è nessuna prova che le pillole di vitamine esercitino un’azione altrettanto utile. Ci proteggono dai tumori i pomodori contenenti licopene, che lega il fattore di crescita IGF. L’acido folico – presente in particolare nelle foglie verdi e nei legumi - interviene nella riparazione del DNA e sembra modulare la persistenza delle infezioni da HPV e da Helicobacter Pilori. Possiamo ridurre il rischio di sviluppare un tumore allo stomaco, al pancreas, all’intestino, al fegato semplicemente con un consumo costante di almeno 12 g di fibre al giorno.
4) Aumentare l’assunzione di grassi monoinsaturi. La percentuale consigliata di grassi è circa un terzo delle calorie totali. Bisogna fare attenzione però al tipo di grassi assunti con gli alimenti: quelli saturi (presenti soprattutto nelle carni e nei formaggi) andrebbero ridotti a vantaggio dei monoinsaturi (di cui è ricco l’olio di oliva). L’idrossitirosolo dell’olio d’oliva sembra essere un modulatore positivo della regolazione del ciclo cellulare.
5) Aumentare l’ assunzione di grassi polinsaturi omega 3 presenti nel salmone, tonno, sgombro e nei cereali integrali in chicco come riso, orzo, avena, miglio, amaranto, quinta, grano saraceno e mais allo stato naturale, che conservano le fibre dei tegumenti esterni e il germe interno che fornisce proteine. I grassi polinsaturi omega 3 favoriscono la sintesi di molecole con proprietà antinfiammatorie. Gli acidi grassi omega 3 si trovano soprattutto nel pesce ma anche in ingredienti di tipo vegetali come il rosmarino e origano, semi di lino e di zucca, soia, mandorle, nocciole e noci, olio di lino che però deve essere consumato crudo. Gli altri oli vegetali, di soia, girasole, mais e sesamo, ma anche margarina, maionese e i semi di girasole vanno moderati, in quanto apportano acidi grassi omega 6 che promuovono la sintesi di acido arachidonico. Una proporzione ottimale tra omega 6 e omega 3 è fondamentale per il benessere psicofisico.
6) Diminuire il consumo di cibi eccessivamente raffinati e con alto indice glicemico correlati con l’aumento dell’insulina e fattori di crescita insulino simili, come IGF che è un importante fattore di crescita cellulare in grado di accelerare la proliferazione cellulare. I cibi raffinati modificano la flora intestinale a e inducono stitichezza.
7) Moderare il consumo di alcol: non superare due bicchieri di vino al giorno. Il consumo di bevande alcoliche aumenta il rischio di sviluppare tumori della cavità orale, faringe, laringe, esofago e del fegato. Sappiamo che il rischio tende ad aumentare con la quantità di etanolo bevuto. Il consumo di alcol e il fumo di tabacco associati aumentano considerevolmente il rischio di sviluppare i tumori perché ogni fattore amplifica il rischio dell’altro. Un probabile meccanismo carcinogenetico dell’alcol è la facilitazione degli effetti cancerogeni del tabacco e di fattori carcinogenetici alimentari a cui le vie aeree superiori e il tratto digestivo superiore sono esposti. Tuttavia non può essere escluso un effetto carcinogenetico diretto dell’acetaldeide, principale metabolica dell’etanolo e di altri agenti presenti in bevande alcoliche. Ridurre il consumo di alcol, rappresenta una priorità nella prevenzione in particolare del cancro dell’esofago. Il consumo di alcol è fortemente associato al carcinoma gastrico, soprattutto nei soggetti fumatori e nei soggetti affetti da epatite virale cronica da HCV o HBV. Molti casi di carcinoma mammario sono associati al consumo eccessivo di alcol.
8) Diminuire la massa corporea grassa mantenendo costante nel tempo il peso forma. Al di là dell’aspetto fisico discutibile, essere grassi mette in pericolo la salute e accorcia la speranza di vita. il tessuto adiposo infatti produce molte sostanze pericolose. Le persone obese hanno un rischio aumentato rispetto ai normopeso di ammalarsi di tumore alla prostata, endometrio, mammella, reni, colecisti, esofageo e all’intestino.
9) Prestare attenzione sistemi di cottura. Bisogna evitare di friggere, ripassare e cuocere alla brace.
Dalla ricerca sono scaturite alcune raccomandazioni generali e pratiche applicabili sia dall'industria alimentare, sia nella cucina casalinga. In pratica, dunque, è meglio non friggere troppo e non mangiare le parti imbrunite (scurite e croccanti) degli alimenti cotti in forno (arrosti o torte) o non tostare eccessivamente il pane. Infatti, proprio nelle parti scure, abbrustolite e gustose degli alimenti ad elevato contenuto di carboidrati è stata rilevata una quantità tossica di acrilamide. Inoltre quando i cibi vengono cotti ad alte temperature (180°) come nel caso di fritture e dei cibi cotti alla brace tendono a formarsi sostanze cancerogene come le ammine, gli AGE (advanced glycation end-products) che sono sostanze che hanno origine dall’interazione fra zuccheri, proteine e grassi. Si tratta di sostanze tossiche e irritanti, in grado di produrre uno stato infiammatorio. E’ sempre preferibile la cottura in forno, al vapore o con la pentola a pressione.
10) Camminare ogni giorno almeno 1 ora. Muoversi è indispensabile per una corretta manutenzione del nostro corpo. L’attività fisica non protegge solo il cuore, le ossa, l’intestino, l’umore ma riduce notevolmente anche i rischi di tumore. Per ottenere dei benefici dall’attività fisica questa deve essere però regolare, per 40-50 minuti ed almeno trisettimanale (dose minima efficace dell’esercizio fisico) poiché con questa frequenza si riesce a creare una condizione di benessere fisico globale. Il movimento fa diminuire la resistenza insulinica, accresce il colesterolo buono HDL e soprattutto attiva meccanismi autoprotettivi. Anche nei soggetti normopeso il movimento è fondamentale. E’dimostrato che chi ha uno stile di vita sedentario anche se normopeso corre un rischio cinque volte maggiore di sviluppare malattie croniche rispetto ad un obeso che fa attività fisica anche moderata. L’attività fisica quindi come elemento di prevenzione primaria. Siamo programmati per camminare e non è vero come ci hanno fatto credere che con la macchina si guadagna tempo. O meglio si guadagna tempo per lavorare di più. Camminando da soli possiamo invece: ascoltare musica, meditare, guardare e riuscire a vedere e persino pensare e trovare soluzioni. Trovare poi un compagno per camminare insieme è poi qualcosa veramente speciale.
Non ho scritto questo articolo per spaventare o intristire, ma per convincere che il cancro non è una fatalità che si accanisce contro di noi e contro la quale siamo impotenti. Il cancro è soltanto una malattia degenerativa, legata spesso alle nostre cattive abitudini (fumo, sedentarietà, alcol, dieta errata). La genetica nello sviluppo dei principali tumori ha, come abbiamo già visto, una piccola responsabilità e come ho già detto non bisogna credere che non si possa fare nulla se si è portatori del gene che predispone al tumore. Il gene si esprime o no anche a seconda del nostro comportamento. Ad Okinawa, l’isola dei centenari, tutti sanno cosa significa “nuchigusui”: l’alimentazione è la medicina della vita. Ora lo sapete anche voi. Cambiare si può. Tocca a voi.