Quante volte abbiamo sentito la frase “Io sono fatto così!” o “È fatto così!”. Ma cosa significa realmente, e come possiamo analizzarla da un punto di vista psicologico?

Per capirne un po’ di più dobbiamo affrontare il tema degli stili di personalità e del suo livello di funzionamento.

Ognuno di noi, nella sua complessità, gioca le proprie relazioni con il mondo esterno e con la parte più profonda di sé (l’inconscio per semplificare) attraverso numerosi stili comportamentali differenti: a chi non è capitato di essere alle volte un po’ ansioso, un po’ depresso, o aver paura di qualcosa o ancora di fissarsi ossessivamente su qualcos’altro?

La persona sana utilizza tutti questi, ed altri, modi con una certa possibilità di interscambio nei vari momenti della vita e di fronte a situazioni diverse poi, ognuno di noi, ha uno di questi stili un po’ più proprio ed è quello che lo contraddistingue maggiormente ma, attenzione, avere un approccio alla vita in maniera un po’ più depressiva, o ansiosa, o fobica o altro non significa avere una patologia ma, semplicemente, manifestarsi un po’ più in un modo rispetto ad un altro.

Questo modo di manifestarsi è il nostro stile di personalità.

Ma quanti e quali sono gli stili di personalità?

 

Gli stili di personalità

In psicologia a orientamento psicoanalitico se ne identificano 12:

  • personalità depressive;
  • personalità dipendenti;
  • personalità ansioso-evitanti e fobiche;
  • personalità ossessivo-compulsive;
  • personalità schizoidi;
  • personalità somatizzanti;
  • personalità isterico-istrioniche;
  • personalità narcisistiche;
  • personalità paranoidi;
  • personalità psicopatiche;
  • personalità sadiche;
  • personalità borderline.

Vediamo un po’ più in dettaglio le loro principali caratteristiche.

Illustrazione 1 - Psicologia

Personalità depressive

Gli individui con una personalità depressiva tendono a provare poco piacere o soddisfazione nelle attività della vita e sono cronicamente inclini a sperimentare affetti dolorosi, in particolare depressione, sensi di colpa, vergogna e un profondo senso di inadeguatezza.

  • Modalità introiettiva: sentimenti di colpa, tendenza all’autocritica e perfezionismo;
  • Modalità anaclitica: alta reattività alla perdita e al rifiuto, sentimenti di vuoto, di inadeguatezza e vergogna.

Personalità dipendenti

Gli individui con una personalità dipendente tendono a definirsi in relazione alle altre persone e ricercano sicurezza o soddisfazione nei contesti interpersonali.

Possono collocarsi a tutti i livelli del continuum di gravità.

A livello emotivo, provano un’intensa angoscia da prestazione e un forte timore delle critiche o dell’abbandono.

Personalità ansioso-evitanti e fobiche

I pazienti fobici ed evitanti possono apparire timidi e riservati, tendono a sentirsi inferiori, inadeguati e falliti, possono essere inibiti e avere difficoltà nel prendere le decisioni, così come nel riconoscere e descrivere i propri sentimenti.

Gli effetti principali sono ansia e paura. Alcuni stati ansiosi condivisi da tutti gli esseri umani sono:

  • angoscia di separazione (paura di perdere un oggetto di attaccamento);
  • angoscia di castrazione (paura di un danno fisico e in particolare sessuale);
  • angoscia morale (terrore di violare i propri valori fondamentali);
  • angoscia di annichilimento (terrore della frammentazione con relativa perdita del Sé, o paura della disintegrazione in seguito a esperienze traumatiche pregresse).

Personalità ossessivo-compulsive

Gli individui con una personalità ossessivo-compulsiva tendono a essere rigidi ed emotivamente coartati; preferiscono agire come se le emozioni fossero irrilevanti. Tendono a essere eccessivamente preoccupati per le regole, le procedure, l’ordine, l’organizzazione, i programmi e così via e a vedersi logici e razionali.

Hanno paura che gli impulsi, soprattutto quelli di natura aggressiva, possano sfuggire al loro controllo.

Le persone ossessive tendono a “vivere dentro la propria testa”, quelle compulsive a “fare e disfare”.

Personalità schizoidi

Gli individui con una personalità schizoide sono caratterizzati da un pervasivo impoverimento e bizzarrie nel contesto delle relazioni interpersonali, dell’esperienza emotiva e dei processi di pensiero (lettura più psichiatrica), oppure si sentono a rischio di essere invasi, intrappolati, controllati, sopraffatti, sovrastimolati e traumatizzati – tutti pericoli che associano al coinvolgimento in relazioni interpersonali (lettura più psicoanalitica).

Spesso sono presenti in livelli di alta gravità: borderline o psicotico. Sono tendenzialmente solitari.

Personalità somatizzanti

Gli individui con una personalità somatizzante tendono a esprimere la disforia per mezzo di malessere e sofferenze fisiche.

Possono collocarsi a tutti i livelli del continuum di gravità: ma diventano particolarmente difficili da trattare quando sono a livello borderline.

Possono presentare una combinazione di preoccupazioni ipocondriache, patologie fisiche correlate allo stress e sintomi fisici frutto di idee e affetti troppo dolorosi per essere espressi in parole (“reazione di conversione”).

Una caratteristica tipica dei pazienti somatizzanti è l’alessitimia, cioè l’incapacità di esprimere verbalmente le proprie emozioni.

Personalità isterico-istrioniche

Gli individui con una personalità isterico-istrionica sono preoccupati delle problematiche legate al genere, alla sessualità e al potere, a livello inconscio tendono a considerarsi deboli, pieni di lacune e inferiori.

Tendono a utilizzare la seduttività per sentirsi potenti con le persone del genere sopravvalutato.

Personalità narcisistiche

Possono collocarsi a tutti i livelli del continuum di gravità.

All’estremo nevrotico possono essere socialmente adeguati, avere fascino e successo e, pur non essendo capaci di intimità, essere adattati alla loro vita familiare e al lavoro; invece le personalità narcisistiche ai livelli più patologici del continuum presentano problemi di diffusione dell’identità (che spesso celano in un modo grandioso di presentarsi), mancano di un sentimento profondo e radicato di moralità e possono comportarsi in modo altamente tossico e distruttivo per gli altri.

L’esperienza soggettiva che provano è un sentimento di vuoto interiore e mancanza di significato che richiede costanti conferme esterne di importanza e valore, e quando non arrivano le persone narcisiste tendono a sentirsi depresse.

Personalità paranoidi

Si trovano ai livelli borderline e psicotico del continuum di organizzazione della personalità.

Sono caratterizzati da affetti, impulsi e idee intollerabili che vengono disconosciuti e attribuiti agli altri e quindi vissuti con paura e/o sentimenti di offesa e oltraggio.

I sentimenti proiettati includono ostilità, dipendenza, attrazione di altri verso le persone cui sono legati (gelosia paranoide e sindrome erotomanica).

Tendono ad avere disturbi del pensiero e non è facile, per loro, concepire che i pensieri sono diversi dalle azioni.

Personalità psicopatiche

Gli individui psicopatici possono essere affascinanti e carismatici e possono leggere con grande accuratezza gli stati emotivi altrui.

La loro vita emotiva è piuttosto povera e gli aspetti che esprimono sono poco sinceri e finalizzati alla manipolazione interpersonale.

Decisamente rilevanti sono la mancanza di empatia e l’assenza di un centro di gravità morale.

Personalità sadiche

Sono tendenzialmente riconducibili a un livello borderline o psicotico e sono strutturate attorno al tema del dominio.

Dentro di sé la personalità sadica può fare esperienza di un senso di morte e di sterilità affettiva, da cui riesce a trarre sollievo infliggendo dolore e umiliazione.

Non necessariamente chi manifesta nella propria sessualità fantasie o pratiche sadiche appartiene a questa categoria.

Personalità borderline

Sperimentano emozioni che possono mutare rapidamente e crescere vertiginosamente fino a sfuggire al loro controllo, arrivando a livelli estremi di ansia, tristezza e rabbia; mostrano anche difficoltà ricorrenti nel collegare le proprie azioni e i propri sentimenti con ciò che pensano.

Nel momento in cui si trovano in una relazione intima si sentono invasi e controllati ma, al tempo stesso, sperimentano un’intensa paura di essere abbandonati e rifiutati.

Possono mettere in atto comportamenti autolesivi allo scopo di tranquillizzarsi, possono minacciare o tentare ripetutamente il suicidio, possono comportarsi in modo sessualmente seduttivo o aggressivo e spesso tendono a essere impulsivi.

 

I livelli di funzionamento

Ovviamente, come abbiamo visto e come è facile intuire, alcune di queste sono considerate più “normali” e altre più patologiche ma a fare la differenza non è solo il tipo, o stile, di personalità ma il livello di funzionamento con cui questa si manifesta: quel continuum che abbiamo trovato nominato.

La personalità, sia essa sana o disturbata, è un continuum, non c’è separazione netta tra i livelli di organizzazione che sono: sano, nevrotico, borderline, psicotico e, ognuno degli stili di cui abbiamo parlato può declinarsi lungo questo continuum di cui cerchiamo di capire meglio le caratteristiche.

Livello sano

Le persone afferenti a quest’area di funzionamento della personalità presentano un buon funzionamento generale anche se sotto stress possono manifestare dei sintomi, hanno i loro stili di coping favoriti, ma presentano una sufficiente flessibilità per adattarsi adeguatamente alle sfide dell’ambiente (ma non sempre a un trauma grave).

Tutti noi abbiamo uno stile o un tipo particolare di personalità, o una miscela stabile di caratteristiche.

Livello nevrotico

Coloro che hanno un’organizzazione di tipo nevrotico tendono a manifestare una certa rigidità, cioè tendono a rispondere a determinate situazioni stressanti con una gamma relativamente limitata di meccanismi di difesa e strategie di coping (Il concetto di coping - traducibile letteralmente dall'inglese con "far fronte", "fronteggiare", "tenere testa" - è impiegato in psicologia per indicare una serie di comportamenti messi in atto dagli individui per cercare di tenere sotto controllo, affrontare e/o minimizzare conflitti e situazioni o eventi stressanti. Per questa ragione, in psicologia si parla più precisamente di "strategie di coping" o talvolta di "abilità di coping" con riferimento, appunto, a quei meccanismi di adattamento e di risposta che una persona può adottare quando si trova in condizioni di stress di varia natura e/o particolarmente conflittuali).

A livello nevrotico, i pattern difensivi poco adattivi si limitano a un’area di difficoltà specifica; i più comuni stili o disturbi di personalità che si incontrano a questo livello sono le personalità depressive, quelle isteriche, le personalità fobiche e quelle ossessivo-compulsive.

Livello borderline

Le persone con un’organizzazione borderline di personalità hanno difficoltà nella regolazione degli affetti e di conseguenza ne sono regolarmente sopraffatti, per esempio vivendo condizioni di depressione, di ansia e di rabbia molto intense; spesso hanno problemi relazionali.

Possono essere divisi  tra livello ad alto funzionamento (al confine con quello nevrotico) e livello a basso funzionamento (al confine con quello psicotico).

Livello psicotico

È caratterizzato da una frattura nel rapporto con la realtà.

Un livello psicotico di organizzazione della personalità implica una diffusione dell’identità, una scarsa differenziazione tra le rappresentazioni di sé e degli altri e tra la fantasia e la realtà esterna, il ricorso frequente alle difese primitive, e una compromissione importante dell’esame di realtà.

Occorre poi ricordare che, indipendentemente dal livello di organizzazione, un elemento importante che determina lo stato di malessere di una persona è la percezione di disagio con se stesso per cui pur avendo un livello di organizzazione alto (sano o nevrotico) può essere presente un senso di egodistonia; analoga cosa, rispetto alle relazioni, un determinato stile di personalità, pur con un livello di organizzazione buono, può determinare disagio o malessere negli altri.

Impostare un buon lavoro analitico o terapeutico consente di acquisire una buona conoscenza di se stessi, recuperare il giusto equilibrio che consente di affrontare meglio le difficoltà della vita, migliorare le relazioni con gli altri e, soprattutto, imparare a stare bene con noi stessi.
 

Bibliografia

  • Weinberg I, Ronningstam E. Narcissistic Personality Disorder: Progress in Understanding and Treatment. Focus (Am Psychiatr Publ). 2022 Oct;20(4):368-377.
  • Downs N., Scucher S., Zisook S: La Depressione. Conoscenze biologiche e psicoterapia. Ed. Raffallo Cortina Ditore, 1997.
  • Charles R. Swenson: I principi della DBT in azione. Raffaello Cortina Editore, Milano 2018.