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Condrocalcinosi

Dr. Erasmo Pennolino

Dr. Erasmo Pennolino

Ortopedico Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia Creato il: 04/06/2024
La condrocalcinosi, o pseudogotta, è una patologia che coinvolge la formazione di cristalli di pirofosfato di calcio all'interno della cartilagine delle articolazioni, causando dolore, infiammazione e limitazione dei movimenti. 

La condrocalcinosi ha un meccanismo patologico simile a quello della gotta ma si distingue per la tipologia di cristalli che si depositano e si può presentare in numerose varianti (ad esempio, acuta, pseudo-osteoartrite, pseudo-reumatoide o dei tessuti molli).
 
Condrocalcinosi

Cause Cause

Nei pazienti con condrocalcinosi è stata evidenziata un'iperattività dell'enzima ATP-pirofosfoidrolasi presente nelle cartilagini dei soggetti che ne sono affetti. Questa determina un aumento locale del pirofosfato inorganico che quindi si lega più facilmente al calcio, provocando la deposizione patologica dei cristalli formatisi. Tale accumulo può causare un’infiammazione acuta e/o cronica e danni ai tessuti articolari, principalmente alla cartilagine e alle capsule sinoviali. 

Le cause esatte della condrocalcinosi non sono ancora completamente comprese ma si conoscono numerosi fattori di rischio, tra cui:
 
  • predisposizione genetica, in quanto si suppone che la malattia abbia trasmissione ereditaria di tipo autosomico dominante; 
  • invecchiamento, in quanto si è osservato una maggiore incidenza della malattia nei soggetti oltre i cinquanta anni di età;
  • accumulo di calcio o nel sangue, che può favorire la formazione dei cristalli;
  • carenza di magnesio, in quanto questo favorisce la solubilizzazione dei cristalli di pirofosfato;
  • traumi articolari, malattie acute o interventi chirurgici, che possono favorire stati infiammatori a carico dell’articolazione. 

Sintomi Sintomi

La sintomatologia della condrocalcinosi, che il paziente può lamentare all'ortopedico, può variare molto da persona a persona e dipende dalla gravità e dalla localizzazione dell’infiammazione, in quanto questa si può manifestare in varie articolazioni, come quelle delle mani, del gomito o del ginocchio.

Il sintomo più comune, in genere, è costituito dal dolore alle articolazioni interessate, spesso associato alla presenza di un arrossamento e rigonfiamento della zona infiammata, quest’ultimo di frequente dovuto alla formazione di un edema articolare. Spesso, il dolore e il gonfiore possono ridurre la capacità di movimento delle articolazioni colpite, limitando le attività quotidiane.

A seconda delle forme, i sintomi della condrocalcinosi possono durare alcune settimane o alcuni mesi e possono includere anche manifestazioni sistemiche come brividi o febbre. In alcuni casi, si possono presentare anche delle forme di pseudogotta totalmente asintomatiche.
 

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi della condrocalcinosi parte innanzitutto da un’accurata anamnesi, da parte del medico specialista, della storia clinica del paziente e dall’analisi dei sintomi riferiti dallo stesso, nonché della loro durata e della loro localizzazione, in quanto queste informazioni possono già indirizzare la diagnosi differenziale rispetto alla gotta, i cui sintomi hanno durata più breve, o ad altre forme di artrite, che normalmente non colpiscono alcune articolazioni.

L’esame obiettivo, invece, può variare in base alla tipologia di pseudogotta; nelle forme acute, infatti, l’articolazione si presenta dolorante e con limitazioni funzionali, mentre in altre forme può presentare dei sintomi analoghi a quelli dell’artrite reumatoide.

I test di laboratorio hanno un ruolo importante nella diagnosi, in quanto consentono di distinguere tra le varie forme patologiche e anche di escludere o confermare altre patologie sottostanti. In genere, tra i parametri vengono presi in considerazione soprattutto alcuni marker di infiammazioni sistemiche come la proteina C reattiva.

In alcuni casi, il ricorso a esami strumentali, in particolare alle radiografie, è necessario per individuare delle alterazioni strutturali delle ossa come la presenza di osteofiti, frammenti ossei o calcificazioni dei tendini. La TAC può essere consigliata anche per individuare eventuali calcificazioni mentre l’ecografia può identificare i cristalli di pirofosfato ma non li riesce a distinguere da quelli di urato (tipici della gotta).

In genere, l’esame che conferisce un buon grado di sicurezza diagnostica è costituito dall’osservazione al microscopio del liquido sinoviale, in quanto consente di mettere una buona distinzione tra i cristalli tipici della gotta e della condrocalcinosi.
 
Condrocalcinosi

Rischi Rischi

Il principale rischio della condrocalcinosi è costituito dai possibili danni che questa può causare a carico della funzione articolare, con anche un aumento del rischio di deformità. Inoltre, senza un trattamento adeguato, la sintomatologia si può protrarre molto a lungo, causando dolori e rigidità croniche. 
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il trattamento della condrocalcinosi può variare sensibilmente in base alla tipologia, alla gravità e alla localizzazione dell’accumulo cristallino. 

Per le articolazioni in cui ciò è possibile, per esempio, la terapia di riferimento consiste nel ricorso a infiltrazioni intra-articolari di corticosteroidi, che hanno un forte effetto antinfiammatorio e possono ridurre il dolore. In alcuni casi, si può associare il trattamento alla somministrazione di colchicina per via orale, che inibisce l’attivazione delle cellule infiammatorie e può limitare la comparsa di recidive. In genere, eventuali versamenti di liquidi presenti nell’articolazione vengono aspirati durante le infiltrazioni. 

Nei casi in cui le infiltrazioni non siano possibili, si possono somministrare antinfiammatori non steroidei (ad esempio, pensiamo al naprossene) associati alla colchicina. Nei pazienti che soffrono di disturbi epatici o renali, per cui i FANS sono controindicati, si può fare ricorso a corticosteroidi per via orale o alla sola colchicina. 

Nel caso in cui l’uso di antinfiammatori non sia risolutivo, un’altra strategia di trattamento è costituita dalla somministrazione di agenti immunomodulatori o immunosoppressori, come l’idrossiclorochina o il metotrexato, che vengono spesso prescritti anche per altre forme di artrite. 
 

Bibliografia

  • Martinon F, Pétrilli V, Mayor A, Tardivel A, Tschopp J. Gout-associated uric acid crystals activate the NALP3 inflammasome. Nature 2006; 440:237-241.
  • Saadeh CK. Calcium Pyrophosphate Deposition Disease. eMedicine 2016.
  • Rosenthal AK, Ryan LM. Calcium Pyrophosphate Deposition Disease. NEJM 2016; 374:2575-2584.

L'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.

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