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Sepsi

Dr.ssa Annarita Soldo

Dr.ssa Annarita Soldo

Medico Internista Medico Chirurgo, specialista in Medicina Interna Creato il: 13/02/2025
La sepsi consiste in una grave complicanza di un’infezione, che comporta una massiccia risposta infiammatoria dell’organismo, generalmente con conseguenze gravi e a volte anche fatali.

In genere, la sepsi si manifesta quando un agente infettivo (più frequentemente di tipo batterico) si diffonde dal sito di infezione iniziale al circolo sanguigno. In questi casi, l’infezione arriva a interessare tutto l’organismo e può causare una grave reazione immunitaria sistemica.  
 
Sepsi

Cause Cause

Come detto, la maggior parte dei casi di sepsi si manifesta quando un’infezione si diffonde all’interno del circolo sanguigno (setticemia) e arriva a colpire un gran numero di tessuti differenti. La sepsi si è una conseguenza di una sollecitazione eccessiva del sistema immunitario, che risponde a un’infezione grave e diffusa, innescando una risposta infiammatoria che arriva a danneggiare i tessuti dell’organismo.

La sepsi può svilupparsi in seguito a qualsiasi infezione ma il rischio maggiore è legato a pazienti che presentano disturbi del sistema immunitario di varia natura. Tra i principali fattori di rischio rientrano, quindi:
 
  • malattie, come l’infezione da HIV o la leucemia che comportano una depressione del sistema immunitario;
  • immunosoppressione farmacologica, come l’uso prolungato di cortisone o l’uso di farmaci immunomodulatori o chemioterapici;
  • uso di cateteri venosi, che possono facilmente contaminarsi e diffondere l’infezione a livello della pelle o dello strato sottocutaneo;
  • età neonatale o molto avanzata, in quanto anziani e neonati presentano un sistema immunitario meno attivo dei pazienti adulti;
  • ricoveri ospedalieri, in quanto in ambiente ospedaliero possono proliferare alcuni batteri resistenti agli antibiotici come Staphylococcus aureus meticillino-resistente, Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae.

Sintomi Sintomi

I sintomi della sepsi possono variare notevolmente a seconda delle condizioni generali del paziente. I sintomi della sepsi possono variare da lievi a gravi e possono svilupparsi rapidamente. Alcuni dei sintomi più comuni includono:
 
  • febbre o ipotermia: la temperatura corporea può presentarsi molto alta o molto bassa; queste possono presentarsi anche con la compara di brividi;
  • tachicardia: ossia l’accelerazione del battito cardiaco;
  • tachipnea: ossia l’accelerazione del respiro.
In alcuni casi, la sepsi si può associare a uno shock settico, che comporta un forte abbassamento della pressione sanguigna con altri sintomi che includono:
 
  • alterazione della coscienza: può manifestarsi come disorientamento, difficoltà a concentrarsi o sonnolenza estrema;
  • diminuzione del volume di urina: che può manifestarsi come oliguria (produzione di urina ridotta) o anuria (cessazione della produzione di urina);
  • sintomi respiratori: possono includere dispnea, dolore toracico o cianosi (colorazione bluastra della pelle o delle labbra).

Diagnosi Diagnosi

La diagnosi della sepsi deve essere posta in tempi brevi per impedire evoluzioni particolarmente gravi. Solitamente si basa sulla valutazione dei sintomi e sulla presenza, in fase di anamnesi, di un’infezione pregressa. In genere, la conferma diagnostica si pone sulla base di:
 
  • esami di laboratorio: in genere includono un emocromo completo per valutare i livelli di cellule del sangue, i test della coagulazione e i test per rilevare la presenza di segni di infiammazione (ad esempio, la proteina C-reattiva e il conteggio dei neutrofili);
  • emocolture: un passaggio fondamentale nel processo diagnostico prevede il prelievo di un campione di sangue per la coltura batterica per identificare il patogeno responsabile dell'infezione e determinarne la sensibilità agli antibiotici;
  • esami strumentali: in alcuni casi, possono essere eseguiti test di diagnostica per immagini, come radiografie del torace o ecografie addominali per valutare la presenza di infezioni come polmoniti, peritoniti o endocarditi.
Sepsi

Rischi Rischi

La sepsi è una condizione molto grave, che può portare al decesso del paziente, in quanto la risposta infiammatoria estrema può provocare danni irreversibili a vari organi. In particolare, la sepsi può evolvere verso uno shock settico, in cui la pressione sanguigna diventa pericolosamente bassa e insufficiente a fornire ossigeno e nutrienti vitali agli organi. In presenza di uno shock settico, il rischio principale è dato dalla sindrome da disfunzione multiorgano, che spesso è fatale.

Altri rischi sono legati alla coagulazione intravascolare disseminata (CID), in cui il sangue si coagula in modo massivo e in tutto il corpo, causando la formazione di coaguli che ostruiscono i vasi sanguigni e possono causare ischemie a carico degli organi vitali (es. intestino, cervello o reni).  

Nei pazienti che sopravvivono alla sepsi (circa il 60%) non è raro che si verifichino conseguenze permanenti, come insufficienza renale o danni epatici e neurologici, legate alle ischemie o alla ridotta perfusione per via dello shock o della CID.
 

Cure e Trattamenti Cure e Trattamenti

Il trattamento della sepsi varia molto in base al tipo di coinvolgimento d’organo, alla gravità dei danni d’organo e allo stato di salute generale del paziente. In genere, il trattamento è d’emergenza e deve essere svolto in ambiente ospedaliero in un reparto di terapia intensiva.

Lo schema di trattamento della sepsi si basa su:
 
  • antibiotici: sono il trattamento preferenziale; la somministrazione degli antibiotici viene effettuata per via endovenosa e, in attesa dei risultati dell’esame colturale, è di natura empirica, usando formulazioni ad ampio spettro. Quando si ha la conferma del batterio responsabile la terapia empirica viene sostituita da una mirata;
  • somministrazione di liquidi: la sepsi può provocare una grave disidratazione che può portare all’insufficienza renale; pertanto, si somministrano soluzioni saline in via endovenosa per reintegrarli regolarmente;
  • vasopressori: in alcuni casi, l’ipotensione causata dallo shock settico deve essere combattuta mediante l’uso di vasopressori, che consentono di ripristinare la pressione arteriosa a valori normali;
  • ossigenoterapia: in caso di insufficienza respiratoria legata alla sepsi, può essere necessario somministrare ossigeno supplementare.

Bibliografia

  • Ackerman MH, Ahrens T, Kelly J, Pontillo A. Sepsis. Crit Care Nurs Clin North Am. 2021 Dec;33(4):407-418.
  • Vincent JL. Current sepsis therapeutics. EBioMedicine. 2022 Dec;86:104318.
  • Angus DC, van der Poll T. Severe sepsis and septic shock. N Engl J Med. 2013 Aug 29;369(9):840-51.

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