Cerca uno specialista, una prestazione medica, una patologia o il nome del medico

Filtra per:
Provincia
Vedi tutte... Chiudi
Prestazione
Distanza da te
Patologia
Vedi tutte... Chiudi
Urgente?
Solo a domicilio
Solo promozioni

Ortopedici in Italia | Pagina 26

Ordina per:
717 studi prenotabili online
Biomedica Tortonese

Biomedica Tortonese

Centro medico
Ortopedico
  • Visita Ortopedica
    120 €
  •  Tortona (AL) Piazza Milano, 8
  • da mer 5 feb 15:00
  • Visita Ortopedica
    130 €
  •  Guastalla (RE) Via Cesare Beccaria, 6
  • da mer 5 feb 17:00
  • Ecografia osteo articolare
    100 €
  •  Siracusa - Santa Panagia Via Cassaro, 1
  • da ven 7 feb 16:30
  • Visita Ortopedica pediatrica
    120 €
  •  Bologna - San Donato Via dell'Artigiano, 4
  • da mer 5 feb 14:30
  • Ozonoterapia antalgica 1 seduta
    100 €
  •  Fiano Romano (RM) Via Pietro Nenni, 2
  • da lun 3 feb 15:00
  • Visita Posturologica
    150 €
  •  Lecce - Mazzini Via Aldo Moro, 28
  • da ven 31 gen 09:30
  • Infiltrazioni intrarticolari ecoguidate
    78 €
  •  Rieti - Centro Via Fratelli Sebastiani, 161
  • da ven 7 feb 19:00

Ortopedici in Italia | Pagina 26

Elenco degli Ortopedici in Italia attualmente disponibili per la prenotazione online di una visita ortopedica o di altro esame medico sempre nell'ambito dell'Ortopedia.

L’Ortopedico è il medico specialista che si occupa di studiare, diagnosticare e curare le patologie che interessano il sistema locomotore, noto anche come apparato locomotore, che comprende le strutture ossee, le articolazioni, i muscoli, i legamenti e i tendini, e che consente il movimento del corpo. Le condizioni patologiche trattate dall’Ortopedia sono numerose e, tra queste, rientrano:

  • dolori articolari, che possono presentarsi in diverse sedi anatomiche, come la gamba, il piede, la spalla, il braccio, la mano e altre ancora, ed essere sintomatologico anche di altre patologie ortopediche, quali, ad esempio, l’artrosi;
  • gonalgia, una condizione nota anche come dolore al ginocchio, che può derivare a sua volta da altre patologie d’usura o traumi;
  • coxalgia, ovvero dolore all’anca, che deriva da un’anomalia strutturale dell’acetabolo, della testa del femore o di entrambi, e può essere causata da traumi o da ulteriori patologie sottostanti;
  • infiammazione del tendine d’Achille, caratterizzata da dolore e gonfiore a carico del tallone, nonché da limitazioni funzionali in questa sede anatomica;
  • lesione all’abduttore: è causata da un trauma, spesso legato a un movimento brusco e rapido, dei muscoli adduttori;
  • deformità delle dita dei piedi, una condizione che può essere associata ad altre patologie, come, ad esempio, la metatarsalgia, le dita a martello e altre ancora.
L’Ortopedico, inoltre, si occupa anche della diagnosi e del trattamento di condizioni patologiche rare, quali, ad esempio, l’acheirìa (ovvero, uno sviluppo anormale degli arti, che si manifesta nella fase embrionale) o anomalie nella formazione dell’abbozzo cartilagineo.

Una visita ortopedica, comunemente, comincia dall’anamnesi del paziente, mediante la quale lo specialista prende nota della storia clinica, acquisendo informazioni in merito a eventuali patologie pregresse, possibili fattori di rischio, nonché la sintomatologia lamentata dal paziente stesso. Pensiamo, ad esempio, al dolore ai piedi, che può far sorgere nel medico un sospetto diagnostico di artrite, borsite, alluce valgo e altro ancora.

Un dolore sordo e profondo in una determinata sede anatomica, inoltre, potrebbe far sospettare una diagnosi precoce di artrosi. Il controllo medico prosegue poi con l’esame obiettivo, in cui l’Ortopedico analizza tutti i segni clinici manifestati dal paziente, al fine di individuare eventuali anomalie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico.

Successivamente, in genere, lo specialista può decidere di approfondire la visita ricorrendo a esami strumentali, tra cui: ecografie, radiografie, risonanze magnetiche e/o tomografia computerizzata. In base alla patologia diagnostica, l’Ortopedico indicherà il percorso di cura più indicato alle esigenze del paziente.

Di solito, può essere prevista una cura di tipo fisioterapico, farmacologico o chirurgico o anche una combinazione di tutte e tre queste opzioni. Laddove ritenuto necessario, potrà essere raccomandato anche l’utilizzo di eventuali supporti ortopedici, quali, ad esempio, tutori per abduzione di spalla o stampelle ortopediche, utili per la deambulazione, e altri ancora.

Quando fare una visita ortopedica?

Generalmente, è consigliato sottoporsi una visita ortopedica in presenza di sintomi e/o dolori ricorrenti a carico dell’apparato muscolo – scheletrico o in seguito a lesioni o traumi di varia natura (ad esempio, a seguito di un incidente stradale, domestico, sportivo e altro ancora).

Quali sono i sintomi che possono indurci a prenotare una visita con l’ortopedico?

La sintomatologia che può portare un paziente a richiedere una visita ortopedica è molto ampia e comprende segni clinici a carico di varie sedi anatomiche. Tra i più comuni, possiamo segnalare: dolori articolari, muscolari, ossei, nonché dolore a carico dei vari zone anatomiche, come l’anca, la gamba, il ginocchio, la spalla, il braccio, la mano e altre ancora. Ulteriori sintomi possono includere: lombosciatalgia, cervicalgia, mal di schiena, deformità o gonfiore articolare, difficoltà a deambulare.

Come si svolge una tipica visita ortopedica?

La visita ortopedica comincia dall’anamnesi del paziente. Si tratta di una fase caratterizzata da un colloquio conoscitivo tra l’Ortopedico e il paziente, in cui lo specialista prende nota delle informazioni relative alla storia clinica del paziente. Il medico si informa sulla storia medica familiare, sull’esposizione ad eventuali fattori di rischio, sulla sintomatologia riferita dal paziente, su quando e come sono insorte le prime manifestazioni cliniche e su come influiscono sulla quotidianità della persona affetta dal disturbo. Successivamente, l’Ortopedico passa ad osservare i segni clinici riscontrati nel paziente, mediante l’esame fisico. In questa fase, lo specialista osserva e analizza, in genere, la flessibilità e la mobilità delle articolazioni, la postura tenuta del paziente, sia da seduto che in posizione eretta, la risposta dei riflessi e altri parametri. In genere, a completare l’iter diagnostico, il medico può ricorrere a una serie di esami strumentali, quali l’ecografia, la risonanza magnetica, la radiografia, la TAC o altri test, tra i quali, ad esempio, un prelievo di liquido sinoviale, ossia il liquido presente tra le articolazioni.

Quali sono le possibili cause del dolore al tallone?

Tra i sintomi comuni che possono spingere un paziente a rivolgersi ad un Ortopedico, rientra anche il dolore al tallone, il quale può essere attribuito a una vasta sfera di condizioni patologiche. Tra queste rientrano: tallonite, fascite plantare, metatarsalgia, infiammazione del Tendine d’Achille, sperone calcaneare, spina calcaneare, sindrome del tunnel tarsale, rottura del tendine d’Achille.

Quali potrebbero essere le cause di un problema al gomito non ancora diagnosticato?

Tra i motivi che potrebbero spingere un paziente a rivolgersi ad un Ortopedico c’è anche il dolore al gomito, che potrebbe essere sintomatico di diverse condizioni e, proprio per questo, è bene che venga diagnosticato per tempo. Tra le possibili cause di dolore al gomito, si segnalano: epicondilite, epitrocleite, artrosi del gomito, borsite, lussazioni, fratture o distorsioni, radicolopatie cervicali.

Quali sono i sintomi della coxartrosi in una persona anziana?

Uno dei motivi che potrebbe portare un paziente a rivolgersi a un Ortopedico potrebbe essere la coxartrosi, ovvero l’artrosi dell’anca. Si tratta di una patologia tipica dell’anzianità e si caratterizza per la progressiva usura della cartilagine dell’anca. Tra i sintomi principali, si segnalano: rigidità articolare, limitazioni di movimento dell’anca, dolore all’anca durante il movimento, che invece sparisce, o comunque diminuisce, quando si è a riposo, mal di schiena, deformità articolari (nelle fasi avanzate della malattia).

Cos’è l’artrodesi dell’alluce e come si esegue?

L’alluce rigido è una patologia a carattere degenerativo, che si presenta a carico dell’articolazione metatarso-falangea, ovvero quella del primo dito del piede. Può essere diagnosticata mediante una semplice visita ortopedica, analizzando e valutando il dolore durante il movimento dell’alluce e la deformità articolare tipica di questa condizione. Tra le opzioni terapeutiche, rientra l’artrodesi, ovvero la fusione degli elementi ossei, che vanno a comporre un’articolazione. Si tratta di una soluzione utilizzata per quei casi di alluce rigido considerati in uno stato avanzato. L’artrodesi prevede la rimozione della cartilagine articolare che riveste le cavità ossee. Mediante l’utilizzo di uno o due viti, viene favorita la fusione delle ossa.

È possibile correre dopo un intervento di artrodesi all’alluce?

Subito dopo l’intervento di artrodesi all’alluce, il paziente può generalmente riprendere a camminare, di solito con l’aiuto di supporti ortopedici come le stampelle o calzature specifiche per il post-operatorio. Comunemente, quando non si cammina, è preferibile tenere il piede sollevato. In genere, è consigliato seguire queste accortezze per un periodo di circa 6-8 settimane, nelle quali è bene non correre o comunque non svolgere sport.

Quali sono le opzioni di terapia conservativa post meniscectomia mediale?

Generalmente, dopo un intervento di meniscectomia mediale, ovvero un’operazione alla quale si ricorrere in caso di lesioni di natura traumatica a carico del menisco mediale, il paziente si sottopone a una visita di controllo per il monitoraggio delle sue condizioni post-intervento, in cui l’Ortopedico valuta la riuscita dell’intervento e indica eventuali terapie conservative. Tra queste, di solito, a seconda del caso specifico, è consigliato al paziente l’applicazione di ghiaccio, due tre volte al giorno, per circa 20 minuti. Si tratta di un accorgimento utile per ridurre il dolore che potrebbe presentarsi dopo l’intervento. Al paziente, laddove necessario, potrebbe essere consigliata anche l’assunzione di farmaci analgesici e/o eventualmente l’utilizzo di supporti ortopedici, come, ad esempio, le stampelle. Un’altra opzione conservativa post-operatoria, inoltre, solitamente, potrebbe essere la riabilitazione in acqua, utile per ripristinare la mobilità.

È normale che il piede si presenti gonfio e dolorante dopo 35 giorni di ingessatura per frattura del V metatarso del piede sinistro?

Uno dei motivi che potrebbero spingere un paziente a rivolgersi ad un Ortopedico può essere anche un controllo in seguito ad un intervento chirurgico o dopo un’ingessatura o dopo qualsiasi altro tipo di trattamento seguito. In genere, ad esempio, dopo un’ingessatura per fattura del V metatarso, è possibile che il paziente continui a presentare ancora sintomi quali gonfiore e dolore, anche dopo 35 giorni, in quanto i sintomi descritti possono persistere e durare anche dalle quattro alle sei settimane.

Caricamento...